Se non sarà adesso l’ora

Se non sarà adesso l’ora
del grido, che squarcia
il silenzio e la preghiera,
sarà il tempo, che marcia

superbo e prepotente,
a calpestare le sventure
e le lacrime della gente
umiliata dal timore

di una porta socchiusa,
da un vicino troppo vicino,
e da una mente confusa
che non osa, al di là del giardino.

Se non sarà adesso l’ora
di orizzonti più lontani,
oltre il tempo che addolora
l’oggi, e consuma il domani,

basterà il soffio della bellezza
a scacciare paura e angustia
e risvegliare da quell'ebbrezza
che ignora lo sbuffo della bestia.

22 apr. 2020

Il mondo sembra impazzito per questa vera o presunta epidemia e tutte le regole della vita stanno cambiando, ma non nel verso che avremmo voluto. Ci sentiamo sbattere in faccia ogni giorno numeri che spaventano, perché sono la conta delle persone che si ammalano e che muoiono, ma non danno la possibilità di intenderne il vero significato, né un metro con cui misurarli. Poi ci propongono la spettacolarizzazione delle lacrime, del dolore e della paura, della necessità di allontanarci dal prossimo, della tranquillità che offre il proteggerci da tutto e da tutti e l’abituare i nostri figli a vivere rinchiusi nel loro minimo spazio vitale, diffidando sempre di chi vorrebbe accompagnarli per mano o fare una carezza. Sembra che si debbano chiudere tutte le porte per lasciare fuori chiunque non sia omologato, controllato o adeguato alle nuove regole e ai nuovi marchingegni.
Ma l’uomo non potrà continuare a vivere ignorando il ritmo del battito del cuore e della vita sulla terra e, se non sarà adesso l'ora, sarà un soffio di vento che domani basterà per ristabilire le priorità e le regole della convivenza e della natura.

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